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Quello della messa a fuoco automatica era un vecchio sogno dell’industria fotografica. Già nel 1963, la Canon presentò un prototipo del genere, mentre, nel 1971, la Nikon propose un 80 mm f/4,5 autofocus grande come una scatola da scarpe. |
Tuttavia, solo nel 1977 la prima macchina fotografica, la compatta Konica C35-AF viene messa in commercio. L’onda lunga del boom per la fotografia si esaurisce nel 1982. La produzione giapponese scende, le vendite si riducono, la gente ed i giovani sono attratti da altro. Le crisi valutarie e la forza dello yen costringono i giapponesi a cercare nuovi sbocchi produttivi per restare competitivi. Ne consegue che la produzione delle fotocamere viene distribuita fra Taiwan, Corea, Cina, Thailandia e Malaysia. Di colpo, la fotografia sembra vecchissima, come effettivamente è: occorre uno shock tecnologico per attrarre di nuovo l’attenzione del pubblico. E l’industria fa perno sulla reflex autofocus e lo still-video, cioè l’immagine elettronica. Nel 1985, la Minolta 7000 sconvolse realmente la concorrenza ed aprì un nuovo mercato. Da allora, molte cose sono cambiate ed i sistemi autofocus sono diventati davvero affidabili, velocissimi e, sempre più spesso, insostituibili anche per i professionisti. E con lo sviluppo dell’autofocus sono stati perfezionati i sistemi di misurazione dell’esposizione. Intanto, la Kodak scopre di non essere più la corazzata d’un tempo come dimostra lo scarso successo del formato Disc che doveva sostituire il 110. Il sistema non offre una qualità sufficiente e poi, il 35mm, con le compatte dotate di flash, autofocus e motore, non lascia spazio ad altre proposte. Lo sforzo dell’industria del sensibile punta al miglioramento delle emulsioni delle pellicole, ed il balzo in avanti è formidabile. Purtroppo la fotografia elettronica non si è sviluppata così rapidamente come si pensava. Nel 1996, mentre in commercio cominciano a giungere nelle vetrine le prime fotocamere digitali di prezzo medio, cinque case lanciano l’Advanced Photo System. Un sistema che mostra alcune novità, come la scelta del formato di stampa, ma che non è riuscito a superare una quota del 20% del mercato mondiale come previsto e che ormai è in declino, abbandonato da clienti e fabbricanti e compresso tra la forza del 35mm e la novità del digitale. Con prezzi abbordabili e qualità nettamente migliorata, il digitale attira l’interesse di un mercato che è ormai avvezzo al computer e alle nuove tecnologie. Il fatto di poter scattare, vedere l’immagine sul piccolo monitor e poi stampare in casa delle copie a colori, è un argomento vincente. Nell’anno 2000, sono 10 milioni le fotocamere vendute. Ciò detto, il digitale non soppianterà la fotografia tradizionale. In primo luogo perché questa è fortemente radicata nella cultura e nelle abitudini della gente e perché esiste un sistema diffuso di servizi cui la gente è abituata e di cui è soddisfatta, ma anche perché è dalla pellicola che le case traggono i loro profitti. A metà 2001, nessun produttore (sono circa una trentina) può vantarsi di aver guadagnato nel settore delle fotocamere digitali.
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Note
testo raccolto su: www.reflex.it |
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Webcam Control
Foto di viaggio storia delle fotografia
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